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(g.l.) “Il metodo Feuerstein e la sua applicazione pratica nel campo educativo/formativo”: questo il tema dell’incontro che il Caffè Letterario Udinese ha organizzato per oggi, 13 settembre, alla Caffetteria Da Romi – Al vecchio Tram, in piazza Garibaldi a Udine. Ottavo incontro tra quelli programmati dall’attivissimo sodalizio culturale per l’anno in corso, offrirà l’occasione per compiere un viaggio molto interessante nel mondo dell’apprendimento e delle emozioni dei piccoli, degli adolescenti e degli adulti. A relazionare sarà Loredana Alajmo, insegnante specializzata nel metodo in italia e all’estero. La conduzione dell’intervista e del dibattito sarà a cura della presidente Maria Sabina Marzotta. Anche l’incontro odierno avviene con la collaborazione del Club per l’Unesco di Udine, presieduto da Renata Capria D’Aronco.

Maria Sabina Marzotta


Ma cos’è il “metodo Feuerstein”? Il nome ricorda quello dello psicopedagogista israeliano, nato in Romania, Reuven Feuerstein, che lo ha elaborato per sviluppare l’intelligenza di bambini con problemi di apprendimento o con disabilità intellettiva, ma anche coloro i quali sono interessati da Sindrome di Down. Oltre che a studenti, oggi è applicato a persone adulte, ad esempio lavoratori che devono aggiornarsi alle nuove tecnologie, disoccupati ed emarginati.
«Reuven Feuerstien – informa Ieled, il Centro di psicologia per l’età evolutiva con diverse sedi in Lombardia – nasce a Botosan in Romania il 21 agosto 1921 da una famiglia ebraica osservante ed è il quinto di nove figli. Già da giovanissimo si interessa ad aiutare i ragazzi con difficoltà di apprendimento, insegnando loro l’ebraico. La sua famiglia è molto legata alla cultura e alla religione ebraica, infatti il nonno materno era copista delle pergamene della Torah mentre il padre era uno studioso e rabbino. Con il passare degli anni il suo interesse per aiutare i bambini in difficoltà diventa sempre più intenso, infatti dal 1940 al 1944 è codirettore e insegnante della scuola di educazione speciale a Bucarest. La sua vita è segnata profondamente dalle vicende storiche del 1900, infatti vive sulla propria pelle l’Olocausto e i campi di concentramento. Da qui si rafforza ancora di più il suo bisogno di mettere le proprie conoscenze al servizio dei bambini segnati dalla guerra. A partire dal 1944, tornato in Israele, diventa consulente prima e direttore poi dell’organizzazione “Gioventù Alijath”, un’organizzazione che si occupa di accogliere e inserire in Israele i bambini e ragazzi scampati alla persecuzione nazista e all’Olocausto provenienti da diversi Paesi, come Marocco, Tunisia, Algeria, Egitto e dall’Europa. Questa esperienza segna nel profondo la vita e il pensiero di Feurestein».
«Le teorie di Reuven Feuerstein – si legge ancora nella descrizione di Ieled – sono oggi diffuse in tutta Italia grazie a diversi programmi di intervento nell’ambito sia della riabilitazione sia dell’educazione e viene utilizzato con grande efficacia anche nei contesti aziendali e con la terza età. Il Metodo Feuerstein si rivolge non solo a bambini e ragazzi con disabilità intellettiva e ritardo cognitivo, ma si è rivelato essere un valido strumento in tutte quelle situazioni in cui è necessario un potenziamento di molteplici abilità. Significativa è la testimonianza lasciata dal rabbino Lord Jonathan Sacks, una delle massime autorità religiose ebraiche in Gran Bretagna, in memoria di Reuven Feuerstein: “Dedicò la sua vita ai bambini svantaggiati, con problemi sia fisici, come autismo, danni cerebrali e Sindrome di Down, sia culturali o sociali. Il suo metodo è stato adottato in più di 80 paesi. Era un genio, un mago un piccolo, esile uomo con occhi luccicanti. I bambini si aprivano a lui come fiori al sole”».

In copertina, lo psicopedagogista israeliano Reuven Feuerstein autore dell’omonimo metodo educativo applicato ovunque.

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